lunedì 19 novembre 2018

RIASSUNTO CONTINUITA' DEI PARCHI DI JULIO CORTAZAR

Nel racconto di Julio Cortazar si narra di un uomo normale, impegnato nei suoi affari quotidiani, che inizia la lettura di un romanzo. Una sera rientra nel suo podere e, dopo aver parlato con il fattore e aver scritto una lettera di lavoro, si ritira nel suo studio affacciato sul parco, si siede in un poltrona di velluto e si immerge nella lettura degli ultimi capitoli del libro. 
La vicenda che vi si racconta, seppur sordida, lo affascina sempre di più e l'uomo è ansioso di conoscerne il seguito.
Nel libro, infatti, due amanti si trovano furtivamente in un capanno nel bosco. I due sembrano agitati, seppur contenti di essere lì e l'uomo tiene un pugnale sotto la giacca. Dopo aver trascorso un po' di tempo insieme i due si separano: lei si allontana correndo verso nord, mentre lui si dirige a sud e, dopo aver percorso un lungo viale, giunge in prossimità di una casa.
L'uomo sembra già sapere che non troverà cani ad abbaiare al suo arrivo nè il fattore nei paraggi.
Dopo essere entrato in casa segue le indicazioni che gli ha fornito la sua amante e raggiunge furtivamente alle spalle un uomo che, seduto in una poltrona di velluto, è immerso nella lettura di un romanzo.

venerdì 2 novembre 2018

TESINA SUI CRIMINI CONTRO L'UMANITA'

STORIA= Prima Guerra Mondiale (L'espressione "crimini contro l'umanità" fu coniata nel 1915)
GEOGRAFIA= L'Armenia (ricordando il genocidio armeno)
ITALIANO="Se questo è un uomo" di Primo Levi (ricordando l'Olocausto)
INGLESE=L'Human Rights Watch
FRANCESE= I test nucleari a Mururoa (vedi questo link)
SCIENZE=L'atomo
TECNOLOGIA=La centrale nucleare
ARTE="Guernica" di Picasso
ED. FISICA= Gli effetti delle radiazioni



ALTERNATIVE

Geografia=La Polinesia francese (si collega all'argomento di francese)
Geografia= Il Giappone
Storia=Il genocidio armeno


Altri riferimenti ai crimini contro l'umanità--->
Crimini contro l'umanità (pagina di wikipedia)
La Jugoslavia di Milosevic
Il processo di Norimberga
Saddam Hussein (rais iracheno)
Genocidio in Ruanda



giovedì 25 ottobre 2018

RIASSUNTO UN'OPERA D'ARTE ANTON CHECOV

Riassunto del racconto "Un'opera d'arte" di Anto Checov

Il giovane Sasha Smirnov vuole ringraziare il dottor Koselkov per avergli salvato la vita, ma, non potendolo pagare in denaro, gli offre in dono un bellissimo candelabro in bronzo che rappresenta alcune figure nude. Il medico, pur apprezzandone l'ottima fattura, prova a rifiutare perché lo ritiene un oggetto troppo imbarazzante per essere esposto nel suo studio, ma il ragazzo insiste tanto che l'uomo si vede costretto ad accettare.
Decide allora di regalare il candelabro a Uchov, un suo amico avvocato, che lo ha difeso in tribunale e non ha voluto essere pagato. Quando gli porta la statuetta anche l'avvocato ne riconosce la bellezza, ma trovandolo troppo osceno per essere mostrato agli eventuali clienti decide di regalarlo ad un attore comico, suo amico.
Quella sera gli porta in dono il candelabro, ma anche il comico decide di sbarazzarsene e vende la statuetta ad una donna che di lavoro commercia oggetti in bronzo.
La donna altri non è che la madre di Sasha, il quale, convinto di aver trovato un candelabro identico al primo, decide di portarlo al dottor Koselkov cosicché possa farne la coppia.
Il medico, vedendo Sasha tornare in studio con la statuetta, rimane senza parole.


TEMI PRINCIPALI
Gratitudine
Povertà
Pregiudizio
Convenzioni sociali


mercoledì 24 ottobre 2018

10 FRASI DALL'ATTIVO AL PASSIVO

Trasformazione di alcune frasi dalla forma attiva a quella passiva


1) Non abbiamo finito la relazione in tempo per la scadenza del progetto (attiva)
La relazione non è stata finita in tempo per la scadenza del progetto (passiva)

2) Il terremoto distrusse interi paesi del Centro Italia
Interi paesi del Centro Italia furono distrutti dal terremoto

3) Alcuni passanti videro il ladro fuggire di corsa subito dopo la rapina
Il ladro fu visto fuggire di corsa subito dopo la rapina da alcuni passanti

4) Ieri mattina Laura ha vestito il suo fratellino con molta cura
Ieri mattina il fratellino di Laura è stato vestito da lei con molta cura

5) Tutti i ragazzi della seconda liceo hanno visionato il documentario sulla Shoah realizzato dagli alunni di quinta
Il documentario sulla Shoah realizzato dagli alunni di quinta è stato visionato da tutti i ragazzi della seconda liceo

6) Avevo perdonato Paolo per il suo tradimento
Paolo era stato perdonato (da me) per il suo tradimento

7) I genitori di Carla la criticarono a lungo per le sue scelte universitarie
Carla fu criticata a lungo dai suoi genitori per le sue scelte universitarie

8) Una serata speciale, ricca di ospiti, aprirà la settimana musicale di Spotorno
La settimana musicale di Spotorno sarà aperta da una serata speciale, ricca di ospiti

9) Durante l'interrogazione i miei compagni mi hanno volutamente suggerito le risposte sbagliate
Durante l'interrogazione mi sono state volutamente suggerite le risposte sbagliate dai miei compagni

10) Siamo sicuri che nella giornata di apertura dei saldi venderemo facilmente tutti gli articoli della passata stagione
Siamo sicuri che nella giornata di apertura dei saldi tutti gli articoli della passata stagione saranno venduti facilmente


Altre frasi più semplici (sempre dall'attivo al passivo)

1) Il cane dei vicini ha inseguito Luca lungo il vialetto
Luca è stato inseguito dal cane dei vicini lungo il vialetto

2) Abbiamo preparato degli ottimi dolci per la festa della scuola
Degli ottimi dolci sono stati preparati da noi per la festa della scuola

3) I camerieri servirono la cena alle 8 in punto
La cena fu servita dai camerieri alle 8 in punto

4) Ho avvisato i professori riguardo all'assemblea di classe
I professori sono stati avvisati da me riguardo all'assemblea di classe

5) Il tecnico ha riparato il computer in un solo pomeriggio
Il computer è stato riparato dal tecnico in un solo pomeriggio

6) Durante il cammino di Santiago ho percorso molti chilometri in solitudine
Durante il cammino di Santiago molti chilometri sono stati percorsi da me in solitudine

7) Alla dogana i funzionari governativi controllano il visto dei viaggiatori
Il visto dei viaggiatori viene controllato dai funzionari governativi

8) Devo spostare questi mobili per far posto al letto
Questi mobili devono essere spostati per far posto al letto

9) Il dentista di Giulio gli ha curato una carie per la modica cifra di 240 euro
La carie di Giulio è stata curata dal suo dentista per la modica cifra di 240 euro

10) Abbiamo visto i tuoi amici ieri sera alla festa sulla spiaggia
I tuoi amici sono stati visti da noi ieri sera alla festa sulla spiaggia





martedì 23 ottobre 2018

RIASSUNTO VITA GABRIEL GARCIA MARQUEZ

Gabriel Garcia Marquez è stato uno scrittore colombiano, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1982. La sua opera più conosciuta è il romanzo Cent'anni di Solitudine.
Garcia Marquez nacque nel 1927 nella città colombiana di Aracataca. Era il più grande di 12 fratelli e frequentò le scuole dei padri gesuiti. Finito il liceo fu mandato a Bogotà per studiare Legge, ma abbandonò presto gli studi per lavorare come giornalista. Nel 1948 venne assunto presso il quotidiano El Espectador e nel 1954 ricevette un incarico come corrispondente estero, lavorando a Roma, New York, Barcellona e Caracas.
Nel 1958 ritornò in Colombia per sposare Mercedes Barcha, con cui era fidanzato già prima di partire per l'Europa e da cui ebbe due figli.
Negli anni '60 Marquez si trasferì a Città del Messico dove lavorò come sceneggiatore e giornalista. Qui scrisse il suo romanzo più famoso, Cent'anni di solitudine, pubblicato nel 1967.
Nel 1973 andò a vivere a Barcellona e in quegli anni iniziò una lunga amicizia col leader cubano Fidel Castro che portò lo scrittore ad essere escluso per trent'anni dall'ingresso negli Stati Uniti perché considerato un simpatizzante del comunismo.

Fu solo con la presidenza di Bill Clinton, il cui romanzo preferito era appunto il capolavoro di Marquez, che lo scrittore poté essere riammesso nel paese.
Nel 1999 gli fu diagnosticato il cancro, ma reagì bene alle cure e guarì.
Morì nel 2014 a causa di una polmonite quando aveva 87 anni e fu sepolto a Città del Messico.
L'attività di scrittore di Marquez è stata molto intensa quasi fino alla fine dei suoi giorni.
Nei suoi numerosi lavori uno degli elementi principali sono gli eventi magici e fantastici che gli aveva trasmesso la nonna materna coi suoi racconti.
Oggi questa sua caratteristica è chiamata realismo magico.

domenica 21 ottobre 2018

PARAFRASI ARES E ZEUS ILIADE

Iliade, Libro V, dal verso 872 al verso 899

Sintesi e antefatto
Dopo essere stato ferito in battaglia da Diomede, Ares, dio della guerra e figlio di Zeus, si reca sull’Olimpo e protesta contro l’atteggiamento di parzialità del padre, che predilige la figlia Atena.
Per quanto irato con il figlio, nel quale vede i difetti della moglie Era, Zeus ordina al medico Peone di guarirlo.

«Padre Zeus, non t’adiri a veder fatti così atroci?
di continuo noi numi subiamo mali orrendi,
gli uni a causa degli altri, per compiacere i mortali.
Ma tutti l’abbiamo con te, perché hai generato
una pazza funesta, che medita sempre empietà.
Perché tutti gli altri, quanti son numi in Olimpo,
ubbidiscono a te, ti teme ognuno di noi;
ma questa non biasimi mai, né a parole né a cenni;
lasci che faccia, perché l’hai generata tu solo tal figlia funesta.
Ed essa ora il figlio di Tideo, l’orgoglioso Diomede,
ha scatenato, furente, contro i numi immortali;
prima ha ferito Ciprigna, dappresso, al braccio, sul polso,
poi contro me s’è levato, e un nume pareva;
e m’han salvato soltanto i piedi veloci;
ché a lungo avrei sofferto pene, se no, fra tetri cadaveri,
o, vivo, sarei rimasto privo di forza sotto i colpi del bronzo».
Ma guardandolo bieco Zeus che aduna le nubi rispose:
«Non starmi a sedere qui e a piangere, banderuola!
Tu sei il più odioso per me, dei numi che hanno l’Olimpo:
sempre contesa t’è cara, e guerra e battaglia.
L’insopportabile, indomito furore hai tu della madre, Era;
anch’essa a fatica posso domar con parole.
Sono sicuro che tu soffri questo pei suoi consigli.
Non posso volere però che tu patisca ancor molto;
sei figlio mio, la madre ti generò da me.
Ché se tu fossi la stirpe d’un altro dio, Distruttore,
da molto tempo staresti più in basso dei figli del Cielo».
Disse così, e impose di sanarlo a Peone.


PARAFRASI

Parla Ares
Chiede a Zeus, suo padre, se non si adiri a vedere accadere fatti così tremendi agli dei, che, per favorire i mortali, si fanno del male gli uni con gli altri. Poi gli dice che tutti (gli dei) sono arrabbiati con lui perché ha generato una dea furiosa (Atena) che ha sempre in mente qualche cattiveria da commettere. Continua dicendo che tutti gli altri dei lo rispettano come padre, gli obbediscono e ne hanno timore, mentre lui permette a questa figlia di comportarsi come vuole senza redarguirla o fermarla in alcun modo, e lo fa perché è stato lui a farla così pericolosa com'è.  
Gli riferisce che è stata Atena a scatenare contro gli dei la rabbia di Diomede, l'orgoglioso figlio di Tideo, che prima ha ferito Ciprigna (=Afrodite) su un braccio e poi si è scagliato con la forza di un dio contro lo stesso Ares che si è salvato soltanto grazie ad una fuga veloce, altrimenti sarebbe finito in mezzo ai morti, soffrendo atrocemente, oppure sarebbe rimasto vivo ma senza più forze sotto i colpi della spada.

Parla Zeus
Zeus radunatore di nuvole guarda il figlio in modo torvo, lo chiama voltagabbana (banderuola) e gli dice di non star lì a piagnucolare, che fra tutti gli dei dell'Olimpo Ares è certo quello più detestabile, a cui piace provocare guerre, lotte e litigi. Continua dicendo che di sicuro ha preso dalla madre Era quella furia indomabile e insopportabile e che lui stesso fa fatica a placare con le parole. Si dice sicuro che oggi Ares soffra così a causa dei consigli della madre e aggiunge che però non vuole che il figlio soffra: lui è suo padre e lo aiuterà, altrimenti, se fosse stato figlio di un qualche altro dio, un distruttore certamente, allora starebbe molto più in basso di tutti gli dei.
Poi chiede a Peone di curare il figlio. 


COMMENTO
E' un siparietto dalla lettura divertente, un quadretto familiare che rappresenta gli dei in maniera estremamente umana. E' un litigio molto simile ad un qualunque battibecco fra persone comuni in cui un figlio si lamenta col padre del comportamento della sorella scapestrata, chiedendo per lei più severità e qualche punizione. Il padre, Zeus in questo caso, respinge le accuse scaricando la colpa sul carattere "fumantino" della madre da cui i figli avrebbero preso. 


domenica 14 ottobre 2018

PARAFRASI QUE FARAI PIER DE MORRONE DI JACOPONE DA TODI

Que farai, Pier dal Morrone?
Èi venuto al paragone.

Vederimo el lavorato,
ché en cella hai contemplato.
S’è ’l monno de te engannato,5
séquita maledezzone.

La tua fama alta è salita,
en molte parte n’è gita:
se te sozzi a la finita,
ai bon’ sirai confusïone.10

Como segno a saietta,
tutto lo monno a te affitta:
se non ten’ belancia ritta,
a Deo ne va appellazione.

Si se’ auro, ferro o rame,15
provàrite en esto esame;
quign’ hai filo, lana o stame,
mustàrite en esta azzone.

Questa corte è una fucina
che ’l bon auro se ce affina:20
s’ello tene altra ramina,
torna ’n cennere e ’n carbone.

Se l’ofizio te deletta,
nulla malsania è più enfetta,
e ben è vita maledetta25
perder Dio per tal boccone.

Granne ho avuto en te cordoglio
como t’escìo de bocca: «Voglio»,
ché t’ hai posto iogo en coglio
che t’ è tua dannazïone.30

Quanno l’omo vertüoso
è posto en loco tempestoso,
sempre ’l trovi vigoroso
a portar ritto el gonfalone.

Grann’ è la tua degnetate,35
non è men la tempestate,
grann’ è la tua varïetate
che trovari en tua mascione.






PARAFRASI

Che farai, Pietro da Morrone?
Sei giunto al momento della prova. 

Vedremo come metterai in pratica ciò che in convento ti è stato ispirato dalla vita contemplativa.
Se il mondo è stato da te ingannato, ne seguirà una maledizione. 

La tua fama è cresciuta molto ed è giunta in molti luoghi. 
Se ti sporchi alla fine, per i buoni diventerai causa di confusione. 

Tutto il mondo pone la sua mira verso di te, come a un bersaglio per la freccia. 
Se non tieni la bilancia in equilibrio, sarai chiamato in giudizio da Dio. 

Se sei fatto di oro, ferro o rame, lo proverai in quest’esame.
Mostrerai con questa azione di che stoffa sei, se filo, lana grezza o lana da tessere. 

Questa corte è una fucina nella quale l’oro pregiato viene raffinato. 
Se l’oro contiene altro materiale impuro, si trasforma in cenere e carbone. 

Se ambisci alla carica papale, non esiste lebbra più infetta. 
Ed è una vita veramente maledetta perdere Dio a causa di tale cibo. 

Provai un grande dolore nei tuoi confronti, quando dalla bocca ti uscì la parola “Voglio”, poiché ti sei posto un giogo sul collo che è la tua dannazione. 

Quando l’uomo di valore viene posto in un luogo colpito dalla tempesta, lo trovi sempre forte e virtuoso nel sorreggere il gonfalone. 

Grande è la tua dignità, non minore è la tempesta; 
grande è la varietà di persone che troverai nella tua casa.



ANALISI METRICA

Lauda strutturata come una ballata che rima secondo lo schema AA BBBA CCCA DDDA, etc. L’ultimo verso di ogni strofa ripete sempre la rima -one della ripresa.
La poesia ha un ritmo incalzante, che sottolinea l'incertezza riguardo l'operato di Celestino. 
Il ritmo è anche scandito dall'alternanza dei tempi verbali che alternano dal futuro al passato prossimo.

ANALISI LESSICALE

Molti termini riferiti ai metalli (il "paragone" di cui parla nei primi versi è la prova di qualità dell'oro, "oro, ferro o rame", "fucina") e al mondo della tessitura ("...di che stoffa sei, se filo, lana grezza o lana da tessere"). Sono presenti anche termini e riferimenti giuridici ("se non ten’ belancia ritta, a Deo ne va appellazione").
Si ritrovano anche dei latinismi come "prelazione" e francesismi come "mansione".



PIETRO DAL MORRONE

Il destinatario della laude di Jacopone da Todi è Pietro dal Morrone, nato a Isernia nel 1215 circa e divenuto Papa il 5 Luglio del 1294. Pietro aveva circa 80 anni e prese il nome di Celestino V.
Per molti anni aveva vissuto in monastero presso Sulmona, insieme ad altri monaci che, come lui, avevano scelto una vita ritirata e di preghiera.
Nella poesia è evidente lo scetticismo di Jacopone riguardo le capacità di Celestino di essere Papa, mentre altri confidavano in lui proprio per la distanza che aveva sempre mantenuto dal mondo politico e dalle faziosità che in quegli anni agitavano la Chiesa.
Alla luce di quanto accadrà dopo poco tempo, forse Jacopone aveva ragione a dubitare di Celestino.. o forse la lirica fu scritta solo a cose avvenute, sta di fatto che Papa Celestino V abdicò il 13 Dicembre 1294, solo pochi mesi dopo essere stato eletto.
Sembra che a questa decisione lo avesse spinto Benedetto Caetani che, subito dopo, sarà eletto Papa col nome di Bonifacio VIII, non prima di aver fatto rinchiudere Pietro nel monastero di Montecassino.
Pietro del Morrone morì nel 1296 e fu santificato nel 1313. 


giovedì 11 ottobre 2018

FABULA IL FANTASMA LUDOVICO GABRIEL GARCIA MARQUEZ

Ludovico è un potentissimo cavaliere che si fa costruire un grande castello nei pressi di Arezzo dove va a vivere insieme alla sua dama.
I due si amano nel loro letto, ma Ludovico viene colto da un istante di follia e uccide la donna con un pugnale. Subito dopo si pente del suo gesto e sguinzaglia i cani più feroci che possiede per darsi la morte, facendosi sbranare.
Lo scrittore Miguel Otero Silva acquista il castello e lo ristruttura in buona parte per farne la sua residenza.
E' estate e Miguel invita a pranzo l'amico e scrittore Gabriel Garcia Marquez che arriva ad Arezzo con la moglie e i due figli.
Cercando la strada per il castello i Marquez chiedono indicazioni ad una pastora di oche che raccomanda loro di non fermarsi a dormire in quel luogo perché vi accadono strane cose.
La famiglia dello scrittore arriva al castello dove il loro ospite li attende.
Mentre pranzano Miguel racconta la storia di Ludovico e conferma che di notte il suo fantasma si aggira inquieto per le stanze del castello.
Dopo pranzo visitano i tre piani dell'enorme edificio e poi si recano ad Arezzo per ammirare alcuni affreschi di Piero della Francesca.
Prendono un caffè nella piazza della cittadina e tornano al castello dove trovano la cena pronta.
Decidono di fermarsi a dormire e vengono alloggiati in due stanze al piano terra.
Al risveglio lo scrittore si accorge di non essere più nella camera dove era andato a dormire la sera prima, ma di trovarsi all'ultimo piano del castello, nel letto che era stato di Ludovico, ancora impregnato del sangue della sua dama.

mercoledì 10 ottobre 2018

RIASSUNTO BREVE LA NEVE A CHELM ISAAC SINGER

Chelm è un villaggio di sciocchi e i più sciocchi sono i Sette Anziani che lo governano.
Mentre una sera sono riuniti per cercare di risolvere il problema economico che affligge il villaggio, cade un'abbondante nevicata.
I Sette credono che dal cielo siano piovute perle, diamanti e argento e temono che gli abitanti del villaggio rovinino questo enorme tesoro calpestandolo coi loro piedi.
Per avvertirli che non devono uscire di casa, decidono di inviare un messaggero che bussi a tutte le porte del villaggio.
Però, siccome anche il messaggero non può pestare il tesoro, decidono di farlo trasportare seduto su una tavola, a sua volta trasportata da quattro uomini.
Tutte gli abitanti restano effettivamente chiusi nelle loro case e intanto i Sette Anziani pensano a come investire quel tesoro per farlo fruttare al meglio e dare benessere al loro villaggio.
Al mattino, scoprono che le impronte dei quattro trasportatori hanno rovinato la neve.
Riflettono sull'accaduto e arrivano alla conclusione che altri quattro uomini avrebbero dovuto portare i quattro uomini incaricati di sostenere il messaggero seduto sulla tavola.
Rassicurati da questa geniale soluzione, sperano in una nuova nevicata per avere un nuovo tesoro.

martedì 9 ottobre 2018

RIASSUNTO RACCONTO L'ESAME DI HENRY SLESAR

Il racconto "L'Esame" di Henry Slaser è ambientato in un futuro immaginario, all'interno di una società i cui Governanti, dovendo fronteggiare il problema del sovrappopolamento, hanno ideato un esame che tutti i ragazzi, al compimento del dodicesimo anno, devono sostenere.

Riassunto
Il giorno del suo dodicesimo compleanno, mentre fa colazione insieme ai suoi genitori, Richard Jordan li sente accennare con preoccupazione ad un esame. Accorgendosi dei loro volti tesi il ragazzo prova a domandare di cosa si tratti, ma la madre evita di rispondergli mentre il padre liquida la questione con qualche frase brusca.
Richard ben presto si distrae pensando a quella giornata speciale, al fatto che riceverà dei regali e che insieme ai suoi genitori gusterà il delizioso pranzo che sta cuocendo nel forno.
Dopo mangiato viene servita la torta, Richard viene festeggiato e l'atmosfera sembra tornata serena.
La mattina dopo il padre sveglia Richard e gli comunica che quel giorno dovrà sostenere un esame.
Il ragazzo chiede che cosa dovrà fare e il padre lo rassicura dicendogli che dovrà semplicemente rispondere con sincerità ad alcune domande e comportarsi bene.
Gli viene anche detto che i suoi esaminatori gli faranno bere un liquido al sapore di menta affinché le sue risposte siano il più possibile sincere. 
Richard si reca quindi insieme al padre nell'edificio dove si svolgerà il test.
Qui ci sono molti altri ragazzi insieme ai loro genitori. Il padre di Richard compila alcuni moduli e poi siede insieme al figlio ad attendere il proprio turno.
Quando viene chiamato il suo nome, il padre saluta Richard promettendogli di tornare a prenderlo appena finito il test.
Il ragazzo entra in una stanza semibuia dove gli viene fatto bere un liquido al gusto di menta e poco dopo inizia ad avvertire un po' di sonnolenza.
L'esaminatore accompagna Richard in un'altra stanza e lo fa sedere accanto a diversi macchinari, poi inizia a fargli delle domande.
Sono le 4 del pomeriggio quando una telefonata giunge a casa dei genitori di Richard: un funzionario governativo annuncia  che il ragazzo è risultato più intelligente della media e per questo è stata applicata la procedura prevista dalla legge.
Il funzionario chiede se intendono seppellire privatamente il loro figlio o se preferiscono che se ne occupi il Governo.

lunedì 8 ottobre 2018

10 FRASI CON L'AGGETTIVO QUALIFICATIVO

10 frasi in cui è presente l' aggettivo qualificativo


1) Paolo è sempre stato un ragazzo onesto

2) La casa rosa, in fondo alla strada, verrà presto demolita

3) Laura ha preparato un'ottima torta con pere e cioccolato

4) La festa di ieri sera è stata assolutamente grandiosa

5) A pranzo ho mangiato un piatto di totani fritti

6) Ci siamo incontrati in quel nuovo bar di cui ti avevo parlato

7) Mia sorella prende sempre i voti migliori di tutta la classe

8) Credo che tuo padre sia più giovane del mio

9) Nella biblioteca della scuola abbiamo trovato dei libri piuttosto polverosi

10) Secondo me la moglie di Andrea è un pochino matta


ALTRE FRASI con l'aggettivo qualificativo


11) Per sdebitarmi ho comprato a Maria un bellissimo mazzo di girasoli

12) Tutti i felini  hanno dei baffi estremamente sensibili

13) Non c'è niente che mi piaccia come l'odore fragrante del pane

14) Approdammo ad una spiaggia che sembrava deserta

15) La strada si snodava ripida verso il passo della montagna

16) Chissà perché nelle favole le principesse hanno sempre i capelli lunghibiondi!

17) Siamo tornati a casa distrutti dalla camminata

18) Tra tutti i suoi compagni Andrea è certo il meno ambizioso

19) Le vaste distese della Pampa argentina occupano circa 750.000 km quadrati

20) Il caffè di stamattina era talmente amaro che non ho potuto berlo



domenica 7 ottobre 2018

PARAFRASI L'ISOLA UNGARETTI

L'Isola di Giuseppe Ungaretti


A una proda ove sera era perenne
Di anziane selve assorte, scese,
E s'inoltrò
E lo richiamò rumore di penne
Ch'erasi sciolto dallo stridulo
Batticuore dell'acqua torrida,
E una larva (languiva
E rifioriva) vide;
Ritornato a salire vide
Ch'era una ninfa e dormiva
Ritta abbracciata a un olmo.

In sé da simulacro a fiamma vera
Errando, giunse a un prato ove
L'ombra negli occhi s'addensava
Delle vergini come
Sera appié degli ulivi;
Distillavano i rami
Una pioggia pigra di dardi,
Qua pecore s'erano appisolate
Sotto il liscio tepore,
Altre brucavano
La coltre luminosa;
Le mani del pastore erano un vetro
Levigato da fioca febbre.


PARAFRASI

Su di una spiaggia dell'isola, dove alcuni vecchi alberi facevano sempre ombra [sera], giunse qualcuno [Ungraretti non dice chi è, forse un viaggiatore o il poeta stesso], che proseguì verso l'interno, ma la sua attenzione fu richiamata da un uccello che, sollevandosi dalle acque calde le aveva agitate.
E vide un' immagine indefinita (che appariva e scompariva).
In seguito si accorse che quella creatura era una divinità [ninfa], che dormiva in piedi abbracciata ad un olmo.

Passando da visioni evanescenti ad altre più concrete e vivide, arrivò ad un prato dove c'erano fanciulle sui cui occhi l'ombra del bosco si posava come cala la sera ai piedi di un uliveto.
I raggi di sole passavano attraverso i rami come una pioggia lenta e rada.
Alcune pecore si erano appisolate sotto quella luce a metà fra il sole e l'ombra, mentre altre brucavano il prato.
Le mani del pastore erano umide come il vetro levigato da un debole calore.


ANALISI METRICA

La lirica è composta da 24 versi (in maggioranza settenari, novenari ed endecasillabi) divisi in due strofe (la prima di 11 versi e la seconda di 13).
Ungaretti non segue uno schema ritmico preciso anche se ci sono rime baciate ("perenne-penne") e rime interne ("s'inoltrò-lo richiamò").
Il ritmo della lirica è spezzato da frequenti enjambements e dall'uso, abbondante, della punteggiatura.


FIGURE RETORICHE

Iperbole= v. 1 "sera perenne"

Personificazione= v. 2 "anziane selve assorte" - v. 6 "batticuore dell'acqua"

Enjambement= v. 4 "penne/ch'erasi sciolto" -  vv. 7/8 "languiva/rifioriva" -  vv. 10/11 "dormiva/ritta"

Antitesi= vv. 7/8 "languiva e rifioriva"

Epifora= vv. 8/9 "vide" - "vide" (stessa parola ripetuta in fine di verso)

Metafora= v. 6 "stridulo batticuore" (che rappresenta l'incresparsi dell'acqua") - v. 23 "le mani del pastore erano un vetro"

Iperbato= v. 14 e seguenti "negli occhi si addensava... delle vergini"

Similitudine= v. 15/16 "come sera appiè degli ulivi"

Sinestesia= v. 20 "liscio tepore"  - v. 24 "fioca febbre"



COMMENTO

L'isola descritta da Ungaretti non va intesa come un luogo ben definito, ma come uno scenario fuori dal tempo, un luogo onirico e magico che potrebbe anche rappresentare l'esistenza umana.
Il paesaggio richiama per molti versi il topos del locus amoenus: popolato di ninfe, creature misteriose, pastori e greggi, e ricco di simboli, di acque magiche e tenebrose foreste.
La critica ha di volta in volta confrontato l'isola di Ungaretti a un luogo di sogno o, come dicevamo, alla mitica Arcadia, popolata da ninfe e pastori.
In realtà la lirica appartiene ad un periodo di profonda crisi del poeta, quando più forte si fece in lui il disagio esistenziale e il profondo senso di vuoto interiore che gli provocava angoscia.
La lirica rispecchia per questo pienamente l'ermetismo ungarettiano, densa com'è di figure e connessioni particolari, dalla difficile interpretazione.

giovedì 4 ottobre 2018

RIASSUNTO MITO DEL MINOTAURO

PERSONAGGI

Minotauro= creatura mostruosa
Minosse= Re di Creta
Pasifae= Moglie di Minosse
Arianna= Figlia di Minosse e Pasifae
Egeo= Re di Atene
Teseo= Figlio di Egeo
Poseidone= Dio del Mare

Il Minotauro è una creatura mitologica, metà uomo e metà toro, nata dall'unione fra Pasifae, moglie del re di Creta, e un toro bianco che Poseidone aveva inviato al re Minosse affinché questi lo sacrificasse agli dei.
Minosse, però, vedendo la magnificenza dell'animale, aveva deciso di tenerlo per le sue mandrie e fu per questo punito da Poseidone che fece innamorare sua moglie del toro.  
Da questa unione mostruosa nacque appunto il Minotauro che era bipede e aveva il corpo umanoide, ma aveva zoccoli, pelliccia, coda e testa di toro.

Minosse fece costruire un intricato labirinto per rinchiudervi il Minotauro e ogni anno gli dava in pasto 7 fanciulli e 7 fanciulle che la città di Atene doveva pagare come tributo per essere stata sottomessa da Creta.
Il giovane Teseo, figlio del re di Atene, volle andare a Creta per sconfiggere il Minotauro e di lui si innamorò la figlia di Minosse, Arianna.

Grazie ad un filo rosso che la ragazza gli aveva consegnato, Teseo riuscì a raggiungere il Minotauro senza perdersi all'interno del labirinto, e, dopo aver atteso che l'animale si addormentasse, lo uccise con la spada.


I due giovani innamorati fuggirono allora da Creta per dirigersi ad Atene, ma Teseo abbandonò Arianna addormentata presso l'isola di Nasso e proseguì da solo verso casa.
Poseidone, adirato con Teseo, scatenò una tempesta che distrusse le vele bianche della sua nave e il giovane si vide costretto ad issare le vele nere, quelle che, d'accordo col padre, i suoi uomini avrebbero alzato nel caso lui fosse stato ucciso dal Minotauro.

Il re Egeo, vedendo arrivare la nave con le vele nere, credette che il figlio fosse morto e per la disperazione si gettò nel mare che da allora prende il suo nome.

lunedì 1 ottobre 2018

DIFFERENZA POESIA LIRICA E POESIA EPICA

La poesia epica è la narrazione in versi delle gesta leggendarie di un popolo, dei suoi eroi e dei suoi dèi: racconta le imprese di personaggi di grande intelligenza e forza, battaglie, duelli, vendette, viaggi in luoghi sconosciuti e incontri con esseri mostruosi o divini.
E' una poesia che tende ad esaltare i valori dell'amicizia, dell'amore, della famiglia, della gratitudine e della pace.
E' un genere tipicamente narrativo e svolge la funzione che più tardi sarà svolta dal romanzo d'avventura, dal romanzo storico e da quello didascalico. 
Tradizionalmente è, però, considerata un genere poetico, perché è scritta in versi e della poesia ha tutte le caratteristiche. 


La poesia lirica si sviluppa in Grecia nel VII secolo a.C. e presuppone l'accompagnamento della lira---> è quindi un tipo di poesia cantata, anche se solo alcuni dei generi appartenenti alla lirica venivano eseguiti con questa modalità.

Le opere dei poeti lirici sono giunte a noi nella condizione di frammenti, conservati in papiri riemersi in epoca recente in Egitto o ritrovati in forma di citazione nelle opere di altri autori.
Una caratteristica di questa poesia è la capacità di comunicare in pochi versi (a differenza dei poemi omerici, il cui racconto era molto ampio) numerosi concetti ed emozioni.
La trasmissione delle opere avveniva per via orale, e ciò richiedeva un'estrema concretezza ed immediatezza.

La poesia lirica si sviluppò principalmente in due ambienti: "l'eteria" maschile, un'associazione di cittadini accomunati dall'appartenenza ad un medesimo ceto e da tradizioni familiari simili, e il "tiaso" femminile, un gruppo di giovani raccolte intorno al culto di una divinità.
I momenti fondamentali in cui venivano recitati i componimenti erano il "simposio", in cui i membri dell'eteria si riunivano in occasione di una festa, e il "rito", dove la poesia era un omaggio del gruppo del tiaso alla divinità.
Nell'ambito della poesia lirica si possono distinguere quattro generi: il giambo e l'elegia, forme di poesia esclusivamente recitata, la lirica monodica e la lirica corale.
I primi tre generi sono riservati all'espressione di pensieri e sentimenti personali, nell'ambito di gruppi ristretti: mentre nella lirica corale è la collettività a fare da sfondo ai componimenti

mercoledì 26 settembre 2018

RIASSUNTO DUE AMICI DI GUY DE MAUPASSANT

Il racconto "Due amici" di Guy de Maupassant fa parte della raccolta "I racconti della Beccaccia" ed è ambientato a Parigi, durante la guerra franco-prussiana del 1870.

La città francese, assediata dalle truppe tedesche, vive un momento molto difficile della sua storia ed è in questo contesto che si ambienta la vicenda del signor Morissot, orologiaio di mestiere, che passeggiando per Parigi incontra un suo vecchio amico, il signor Sauvage.
I due uomini si erano conosciuti presso l'isolotto di Marante, vicino al paese di Argenteuil, poco fuori Parigi, dove entrambi si recavano a pescare.
La loro conoscenza si era fatta via via più profonda: trascorrevano molto tempo seduti vicini sulla riva del fiume, scambiando qualche parola o semplicemente restando in silenzio ad ammirare il paesaggio.
Morissot e Sauvage si rincontrano dunque per le vie di Parigi, si salutano calorosamente e, felici di essersi ritrovati, iniziano a passeggiare, ricordando i momenti felici trascorsi pescando.
Bevono qualcosa in un bar e poi, resi audaci dal'alcol, decidono di andare a pescare, anche se dovranno superare gli avamposti dell'esercito francese a guardia della città.
Dopo aver recuperato i loro attrezzi da pesca, si avviano  verso Argenteuil, e dopo aver incontrato un colonnello compiacente che permette loro di passare, giungono sulla riva del fiume.
Inizialmente impauriti dalla consapevolezza che i prussiani siano appostati da qualche parte intorno a loro, dimenticano ben presto il pericolo che stanno correndo e iniziano a pescare.
Dopo qualche tempo sentono il rombo dei cannoni lì vicino e concordano sul fatto che la guerra in corso sia una tragedia sia per la Francia che per la Prussia.
Ad un certo punto si accorgono che alcuni soldati prussiani li hanno raggiunti e stanno puntando i fucili contro di loro. I due amici vengono condotti presso un ufficiale prussiano che li ritiene due spie e che ordina loro di rivelare la parola d'ordine per passare l'avamposto francese.
Sia Morissot che Sauvage si rifiutano di parlare, anche se vengono minacciati di morte e, dopo essersi scambiati una stretta di mano e un saluto di addio, vengono fucilati e gettati nel fiume, mentre l'ufficiale tedesco ordina che gli sia preparata una frittura coi pesci che i due uomini avevano pescato.

lunedì 24 settembre 2018

RIASSUNTO UN PAIO DI OCCHIALI DI ANNA MARIA ORTESE

Il racconto "Un paio di occhiali" fa parte della raccolta "Il mare non bagna Napoli" della scrittrice Anna Maria Ortese.
E' un racconto che si inserisce nel filone neorealista della letteratura italiana, cioè di quella corrente che, a partire dagli anni '30 del 1900, si è proposta di raccontare, in tutta la sua autenticità e senza abbellimenti letterari, il mondo popolare: quello dei ceti più poveri, che abitano le campagne o i vicoli delle grandi città e che faticano ad avere una quotidianità dignitosa.

TRAMA

La vicenda è ambientata nel dopoguerra e la protagonista del racconto è Eugenia, una bambina di dieci anni che vive con la sua famiglia in un quartiere povero di Napoli all'interno di un "basso", cioè di una tipica abitazione popolare, composto da un'unica stanza umida, buia e senza finestre.

Eugenia ha un difetto alla vista per cui tutte le cose le appaiono come se fossero sempre immerse in una nebbia, non riesce a vedere bene i volti delle persone, se non quelli dei suoi familiari, mentre quelli delle altre persone le restano sconosciuti.
Quando la zia si propone di acquistare per lei un paio di occhiali, Eugenia prova una grande gioia e si sente impaziente di riuscire finalmente a vedere tutto ciò che la circonda.
Insieme alla zia si reca da un occhialaio che le fa provare diversi tipi di lenti e che le chiede di guardare in strada per capire se ci vede bene.
Eugenia per la prima volta si accorge che fuori c'è un mondo bellissimo e pieno di colori, popolato da donne ben vestite e uomini eleganti, di macchine lucide e filobus carichi di passeggeri, balconi fioriti e case riccamente arredate.

Gli occhiali costano molti soldi, ma la zia ormai si è fatta carico di questa spesa e, seppur brontolando, ordina e paga le lenti.
Quando però gli occhiali arrivano a casa di Eugenia, la situazione le appare molto diversa dalla prima volta che li ha indossati: adesso la bambina riesce a vedere nitidamente la bruttezza del luogo in cui vive, tutta la miseria, la sporcizia e la povertà che la circondano.
D'improvviso la testa le gira e inizia a vomitare.
Detesta quegli occhiali che le hanno mostrato la miseria di cui è circondata e decide di gettarli dentro un tombino.
In quello stesso momento le arriva la prima mestruazione che segna definitivamente il suo passaggio verso l'età adulta e la consapevolezza.


martedì 18 settembre 2018

ELENCO PREFISSI E SUFFISSI GRECI E LATINI

Elenco dei principali prefissi e suffissi di origine greca e latina  
In fondo troverai un esercizio di abbinamento tra prefissi e suffissi

PREFISSI 


orto= corretto (ortografia, ortodosso, ortodonzia, ortogonale, ortopedico) 
geo= terra (terrapieno, terracotta, terraglia, terrario)
demo= popolo (democrazia, demografia)
cardio= cuore (cardiologo, cardiopatico, cardiopalma)
frigo= freddo (frigorifero, frigobar, frigorista)
biblio= libro (biblioteca, bibliografia, bibliologia, bibliomane, etc.)
bio= vita (biologia, biotipo, biotecnologia, bioma, biomedico, etc.)
mono= uno (monografia, monocratico, monoblocco, monocita, etc.)
ante= prima (anteporre, antesignano, anteprima, antefatto, etc.)
anti= contro (antipatico, antiaereo, antibagno, anticiclone, etc.)
bis= due volte (biscotto, bisdrucciola, bisnonno, biscroma, etc.)
co= insieme (coabitare, coagulazione, cooperativa, coatto, etc.)
extra, -stra= fuori (straordinario, extracomunitario, extrasensoriale, stratosferico, etc.)
ipo= sotto (ipocalorico, ipocondriaco, ipoacusia, ipotensione, etc.)
para= simile a (parastatale, paramilitare, parabancario, paragrafo, etc.)
post = dopo (postunitario, postbellico, postumo, postmoderno, etc.)
pre= prima (prematuro, prenome, prefazione, prevedere, etc.)
re, -ri= di nuovo (ripetere, respingere, richiamare, recuperare, etc.)
semi= a metà, parzialmente (semirigido, semicroma, semiasse, semifreddo, etc.)
sub= sotto (subacqueo, subalterno, subentrare, subcosciente, etc.)
trans, -tras= oltre (transfrontaliero, transatlantico, transiberiana, trasformare, etc.)
vice = che sostituisce (vicesindaco, vicepreside, viceconsole, viceparroco, etc.)
macro= grande (macroregioni, macromolecola, macroscopico, macrocosmo, etc.)
micro = piccolo (microcosmo, microbo, microcefalo, microcredito, etc.)
omo= uguale (omosessuale, omogeneo, omeopatico, omografo, etc.)
etero = diverso (eterosessuale, eterofilo, eterogeneo, eteromorfo, etc.)
neo = nuovo (neologismo, neonato, neofita, neoeletto, etc.)


SUFFISSI



-grafia= scrittura (calligrafia, aerografia, geografia, biografia, etc.)

-logia= studio (biologia, analogia, antropologia, antologia, etc.)
-crazia= potere (democrazia, aristocrazia, burocrazia, meritocrazia, etc.)
-teca= raccolta (biblioteca, emeroteca, discoteca, enoteca, etc.)
-archìa=governo (monarchia, autarchia, anarchia, gerarchia, etc.)
-patia= sofferenza (cardiopatia, apatia, empatia, omeopatia, etc.)
-logo= che studia (entomologo, cardiologo, astrologo, antropologo, etc.)
-fobia = paura (claustrofobia, agorafobia, xenofobia, fotofobia, etc.)
-sofia= scienza, sapere (filosofia, teosofia, antroposofia, cosmosofia, etc.)

Adesso, in base a quanto trovi sopra, prova a fare questo semplice esercizio di abbinamento tra suffissi e prefissi

Esempio--> ti  verrà chiesto di formare la parola che significa "studio del cuore" e dovrai scrivere CARDIOLOGIA (può essere che alcune parole non esistano neppure, ma è solo per abituarti alla memorizzazione)